SISMABONUS: CLASSE DI RISCHIO e DEMOLIZIONE – parte 2

Continuiamo l’argomento del precedente Post.

Come visto, per poter calcolare la Classe di Rischio, è in generale necessario conoscere la struttura (ovvero svolgere una “attività conoscitiva”).

Viceversa la Normativa (nell’Allegato B), dice testualmente che:

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“si allega la relazione illustrativa dell’attività conoscitiva svolta e dei risultati raggiunti, salvo per i casi in cui è prevista la demolizione e ricostruzione”.

Quindi, mi spiace dirlo, ma qui la Normativa è veramente confusa.

In pratica, al Tecnico che deve compilare l’asseverazione SISMABONUS, si presentano 2 strade opposte:

  • seguire quanto indicato dalla Normativa, e quindi non svolgere alcuna attività conoscitiva dell’edificio ANTE OPERAM (rilievi, misure, ecc).
  • eseguire comunque l’attività conoscitiva dell’edificio ANTE OPERAM, anche se non richiesto dalla Normativa.

A mio parere, il problema nel primo caso è che non si potrà dichiarare la Classe di Rischio ANTE OPERAM.  Oppure calcolarla in qualche modo “fantasioso”!

E questo rischierebbe di rendere l’asseverazione non valida.

Viceversa, nel secondo caso si è sicuramente più tutelati sulla correttezza del calcolo svolto. Ma a fronte di un impegno Professionale (e quindi di costi) maggiori.

Personalmente, sceglierei la via più prudente. Magari spiegando al Committente i possibili rischi della soluzione più economica…

Nel frattempo restiamo in attesa che dal Ministero, o dall’Agenzia delle Entrate, arrivi qualche chiarimento!

Un caro saluto.
Ing. Luigi Tarquini

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giovanni

In questo mi trovo in accordo con quanto da lei detto….. non è possibile effettuare un indagine conoscitiva, anche perchè la relazione passa cmq per il genio civile oltre che per il comune.

Stefania

Buonasera Ing. Tarquini, nell’ambito di una demolizione/ricostruzione di unità immobiliare con nuova struttura a telaio in c.a., le pareti esterne di tamponamento non portanti (ed eventualmente successive finiture, esempio intonaco) rientrano nel massimale del Sismabonus 110%? Grazie

Giorgio Mondonico

Buongiorno, nell’ambito di un intervento di demolizione e ricostruzione di un vecchio fabbricato in muratura, di scarsa qualità, ritiene necessaria la valutazione del rischio sismico ANTE OPERAM con il metodo convenzionale oppure si può utilizzare il metodo semplificato? Perché la norma, con il metodo semplificato, consente il salto di una sola classe mentre è chiaro che demolendo e ricostruendo il risultato sarà un edificio antisismico

Marco M

Buongiorno ing. Tarquini,
concordo che logica voglia che il metodo sia lo stesso, anche per avere un uguale parametro di riferimento.
Tale interpretazione è espressamente richiesta da normativa?

Perchè consentire nell’allegato B di indicare due metodologie diverse? Sarebbe stato più corretto indicare la metodologia unica fuori dei campi di classificazione del fabbricato ante e post operam allora.

Nel caso di un edificio in muratura da demolire anch’io sarei portato per la classificazione dell’ante operam con metodo semplificato e del nuovo fabbricato con metodo convenzionale, anche se non ho trovato nessun chiarimento o indicazione a riguardo.

Ing. Ettore Ballani

Buonasera Ing. Personalmente passo più tempo a spiegare ai potenziali clienti quello che non possono fare che a lavorare! L’ultima settimana è stata quella delle bifamiliari dove tutti volevano rinforzare muri, solai e tetto ma solo dalla loro parte. Spiegato che dovevano convincere anche il vicino ne ho sentite di tutti i tipi: “tagliamo la casa in due lasciando il muro comune al vicino e rifacciamone uno nuovo staccato, così diventano due unità strutturali” oppure “facciamo una nuova struttura a telaio dentro alla mia casa, staccata dal vicino e rifacendo tutti i miei solai“.
Peccato che nessuno si preoccupi di cosa succede all’unità del vicino togliendo il contrasto delle proprie murature e dei propri solai, tra l’altro una “nuova struttura” potrebbe anche non essere incentivabile proprio perché “nuova”.
Non so come la vede lei ma per me questo 110% è una vera maledizione.
Poche opportunità: quanti condomìni adegueranno l’intera struttura? quanti avranno un vicino collaborativo nelle bifamiliari o nelle schiere? quante vecchie unifamiliari ne approfitteranno concretamente?
e comunque molte responsabilità.
Scusi lo sfogo, un cordiale saluto

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